Perché non riesco a fare delle Joint Venture?

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Prendo spunto dalle tantissime domane che mi sono state fatte negli ultimi mesi per scrivere questo articolo e mettere un po’ di chiarezza su due principali motivi per i quali una Joint Venture non vede mai la luce.
Una volta finito di leggere questo articolo, imparerai delle cose importantissime:
- come evitare di perdere tempo con imprenditori che in realtà non vogliono fare una Joint Venture
- perché non sei riuscito fino ad oggi a fare delle Joint Venture e come non ripetere lo stesso sbaglio
Sapere dove abbiamo sbagliato e quindi correggere il nostro errore, è la via più breve verso il successo. Accettare il fatto che il nostro cammino, anche quello imprenditoriale, è pieno di errori è il primo passo.
Gli errori servono appunto per imparare e capire dove e cosa cambiare. Il successo è proporzionalmente veloce, quanto velocemente riusciamo a gestire i nostri errori nella gestione della nostra azienda. Se ci fermiamo d’avanti al primo problema che ci capita, e di problemi ne avremo di continuo, non riusciremo mai a far decollare la nostra azienda.
Quindi è inutile soffermarsi a lungo, basta starci sopra il tempo necessario per analizzare dove e perché abbiamo sbagliato e correggere il tiro il più velocemente possibile.
La stessa regola vale anche per le Joint Venture!
Il fatto che tu hai provato, anche più e più volte a fare delle Joint Venture con più e più imprenditori diversi, e non hai mai avuto successo, non vuol dire che le Joint Venture non sono fattibili o che le Joint Venture non funzionano.
Sei semplicemente capitato in una delle situazioni che ti andrò a spiegare di seguito e la cosa che devi fare è analizzare quella specifica situazione e trovare la soluzione il più velocemente possibile!
Un vero imprenditore non resta a lungo a pensare al problema. Si concentra su come risolvere questo problema!
So che può essere deprimente, ma devi semplicemente prendere le giuste decisioni.
Alcune volte sarà facile, altre non tanto. Ma, per il bene della tua azienda, devi prendere quelle decisioni, anche se ti possono costare una fatica in più.
Pensa se, per assurdo ti trovassi sulla riva di un fiume nella foresta Amazzonica. Sei strafatto dalla stanchezza, il caldo umido ti sta soffocando e le zanzare ti stanno letteralmente succhiando l’ultima goccia di sangue che ti è rimasta. Sono passati cinque giorni da quando stai girovagando per trovare un rifugio. Non hai quasi dormito per paura di essere mangiato vivo da qualche animale feroce nel sonno e la fame è cosi forte che sta annebbiando il tuo cervello, rendendoti incapace di intendere e volere.
Adesso ti trovi al riva del fiume e dall’altra parte riesci a vedere una casetta di legno. Sembra che non ci sia nessuno, ma tu sai dentro di te che all’interno puoi trovare una meta sicura per la notte e forse del cibo, lasciato incustodito.
Il tuo istinto è cosi forte che ti spinge subito ad attraversare il fiume di corsa. Ma appena fai due passi nell’acqua, ti rendi conto che all’interno ci sono dei bei alligatori giganti, che non aspettano altro che una povera vittima disorientata come te per fare il loro pasto che aspettano da settimane. Sono più affamati persino di te!
Quindi adesso hai un altro problema che si aggiunge a quelli di prima. Non solo sei stanco e affamato, non solo non hai dormito, non solo ti sembra di aver bisogno di una trasfusione di sangue per colpa delle zanzare, ma hai anche il problema degli alligatori!
Sai che per risolvere gli altri problemi, devi prima risolvere il problema con gli alligatori.
Ora, se resti li in riva al fiume, pensando che non ti bastavano gli altri problemi e che adesso ne hai uno in più, molto probabilmente morirai o di fame o vittima di qualche animale che cerca un pasto gustoso.
Se invece ti concentri sulla soluzione del problema, partendo da quello più urgente, sicuramente troverai quella giusta.
Ma attenzione, perché anche qui potresti cadere vittima delle proprie decisioni: tanti anni fa, quando andavo a scuola, studiavo Psicologia. Non ricordo di chi fosse l’affermazione, ma mi è rimasta impressa nella mente fino ad oggi.
Diceva praticamente che noi abbiamo SEMPRE una scelta. In qualunque situazione. SEMPRE!
Ora, nella situazione assurda di prima, hai più scelte a tua disposizione:
- Provare ad attraversare il fiume correndo il più velocemente possibile, sperando che riuscirai ad arrivare vivo dall’altra parte. Anche solo con una gamba e senza braccia, ma vivo
- Provare a mettere in atto una strategia per arrivare sano e salvo dall’altra parte
Ti starai sicuramente chiedendo cosa c’entra quella situazione assurda di sopravvivenza in cui ti ho messo con le Joint Venture. E cosi, a primo sguardo potrebbero sembrare totalmente scollegate tra di loro.
Ma se ci pensi bene, vedrai che l’esempio calza a pennello!
I principali errori in una Joint Venture:
I. Buttarsi o avere una strategia?
Il primo sbaglio che l’imprenditore fa di solito, è quello di buttarsi nel cercare un altro imprenditore che vuole fare una Joint Venture con lui.
E proprio come nell’esempio di prima, se ti buttassi senza avere una strategia, molto probabilmente non riuscirai ad arrivare dall’altra parte.
Le Joint Venture sono uno strumento del marketing strategico, che devono far parte di una strategia di marketing appunto.
Nel tuo cammino imprenditoriale, incontrerai centinai di imprenditori. Una buona parte di loro, pur avendo un’azienda, non farà altro che chiacchierare.
Li incontrerai dappertutto – durante i corsi che frequenti, nei vari gruppi su Facebook, saranno sempre in prima linea a commentare su LinkedIn ecc.
Non mancheranno mai all’occasione di farsi vedere.
Tempo fa mi chiamo un’amica mia imprenditrice per chiedermi un consiglio su una proposta di Joint Venture che aveva ricevuto. Era passato qualche mese da quando avevano iniziato a parlare con l’altro imprenditore e a lei era iniziato a sembrare tutto un po’ strano.
Dopo un’analisi è uscito fuori che, oltre a non essere compatibili per target, stava perdendo un sacco di tempo in chiamate su Skype e dietro a ragionamenti che non avevano mai visto la luce.
E indovina un po’ com’è iniziato tutto?
Siiii, bravo.
Si sono conosciuti in un gruppo FB e dopo che si sino rivisti ad un evento è scattato il timer della bomba ad orologeria, ovvero
“Io e te dobbiamo fare qualcosa insieme!”
Un classico. Scatta sempre. Puntualissimo.
Non manca mai, tant’è vero che io ricevo messaggio cosi ogni santo giorno, più volte al giorno.
Ora, è vero che io sono maggiormente esposta a proposte di Joint Venture ed è vero che sono sempre aperta a farle. Ma uno che si pone in questa maniera, semplificando il concetto di joint venture ad un banale “Dobbiamo fare qualcosa insieme” non ha capito proprio nulla di come funzionano le joint venture.
Ma chi ti ha detto che “dobbiamo” fare qualcosa? Mica te l’ha prescritto il dottore?!
E soprattutto chi ti dice che le nostre due aziende possono dare vita ad una joint venture che ha senso?
Sulla base di che cosa hai deciso che “dobbiamo” fare qualcosa?
Non farti lusingare da proposte così. Specialmente quando si è agli inizi ricevere una proposta di joint venture ci fa felici di avere l’attenzione su di noi, ma molto spesso si commette un errore, abbagliati da questo interesse nei nostri confronti.
Prima di accettare, valuta bene se la joint venture in questione rispetta le regole fondamentali.
II. Mitragliare proposte di Joint Venture
L’altro errore molto diffuso è quello di mitragliare proposte di joint venture a chiunque ci sembri un nostro possibile partner.
Mandare migliaia di mail a raffica a dei malcapitati che neanche sanno cosa siano le joint venture non è il modo giusto per trovare un partner.
Come non lo è spammare spudoratamente i tuoi contatti su i social, inviando proposte da invasati del network marketing, rigorosamente tutte uguali.
Fare in questo modo equivale a provare a vendere porta a porta, a freddo, nel 2018!
La reazione dall’altra parte non può essere che
“C’è uno che vuole qualcosa da me, senza che io glielo abbia chiesto. Puzza di marcio!”
Puoi avere l’azienda più figa che vuoi, ma nel 85% dei casi la reazione sarà la medesima. Dei restanti 15%, il 10% sarà un buttarsi nel fiume di cui ti ho parlato sopra, solo perché abbiano detto di si ed il 5% potrebbe essere realmente un tuo possibile partner.
Ora, spero che sei d’accordo con me che mettersi in contatto con 100 aziende, inviare a tutte e 100 informazioni e cercare di convincere tutte e 100 di diventare tuoi partner, è un lavoro enormemente esagerato. Se ti metti a fare questo lavoro, l’unico risultato che otterrai è perdere giornate, se non mesi interi nel farlo, ottenendo nella migliore delle ipotesi un secco NO.
Nella peggiore, i malcapitati non ti degneranno neanche di questa risposta, facendoti accanire ancor di più e, di conseguenza, distoglieranno la tua attenzione dalle cose invece importanti, sia per la crescita della tua azienda, sia sulle creazioni di joint venture.
Non farti ingannare dai numeri però. Avere 5 aziende su 100 con cui potenzialmente puoi fare delle joint venture è un buon risultato, a patto che tu riesca a vendergli l’idea.
Non dimenticare una delle frasi del padre del Marketing Strategico – Jay Abraham – che più amo citare in assoluto:
Bastano 3-4 Joint Venture per aumentare il tuo fatturato del 50-100%
Ora, se prendiamo per buono questo esempio (e non ho dubbi che Jay Abraham sa quello che sta dicendo), se 4 joint venture possono portarti un’aumento di fatturato del 100%, una dovrebbe aumentarlo del 25%.
Giusto?
Dunque, se tu riuscissi a farne soltanto una joint venture, il tuo fatturato aumenterebbe di 25%.
E’ un buon risultato?
Penso proprio di si!
E se ne facessi due?
Quante cose potresti fare, se avessi 50% in più di fatturato all’anno?
Quanti dei tuoi problemi potresti risolvere?
Quanti “premi” potresti regalarti?
Potresti far contenta tua moglie e portarla a fare la vacanza che sogna da 10 anni.
Potresti finalmente trovare il tempo per dedicarti al tuo hobby.
Potresti persino vederti costretto a cambiare macchina.
Bene, oggi ti ho parlato solo di alcuni aspetti che devi considerare quando inizi a fare una joint venture strategica. Se vuoi sapere tutti i dettagli su come farle,
- senza perdere del tempo ad inseguire aziende non in target
- avere una strategia (quasi) militare
- smettere di prendere un sacco di “NO”