Quali tipi di Joint Venture puoi fare per dare un vantaggio enorme alla tua azienda e avere un distacco dalla tua concorrenza, per il quale anche Usain Bolt sarà invidioso?

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Parliamo di Joint Venture da un po’ di tempo, ma negli ultimi giorni mi è venuto un dubbio: sappiamo davvero quali e quanti tipi di Joint Venture esistono? Si, è vero che l’unico limite è la nostra fantasia, ma questo riguarda la parte esecutiva. Diverso è invece per la parte teorica, dove si distinguono diverse tipologie di Joint Venture che forse non tutti conoscono. Le Joint Venture, se fatte nella maniera corretta, hanno la potenza di darti un distacco netto rispetto alla tua concorrenza, che anche Usain Bolt non è capace di avere dal secondo. Puoi mettere tutto il cuore e anima che vuoi, ma se non sai come usare le gambe per correre il più velocemente possibile, non arriverai mai abbastanza lontano dalla concorrenza per poterti fermare e prendere un caffè.
Ecco perché ho deciso di scrivere questo articolo che potrebbe essere chiamato anche una mini guida. Ho cercato di rendere il testo il più fluido possibile, dando degli esempi e sviscerando un po’ i concetti, ma ti avverto: è un po’ asciutto da leggere, in quanto ci sono dei tecnicismi all’interno. Sono convinta però che i tecnicismi a volte sono importantissimi e quindi toccarli, ogni tanto, va più che bene.
Iniziamo?
Ho preso le informazioni che vedrai di seguito da diverse fonti che puoi trovare alla fine dell’articolo. Ho riportato anche degli esempi reali, dando anche una spiegazione dei vantaggi per i partecipanti.
La joint venture (associazione temporanea di imprese)
La joint venture (o associazione temporanea di imprese) è una forma di collaborazione tra imprese avente come oggetto lo svolgimento in comune di uno specifico affare (cioè tutte le imprese che vi partecipano, traggono un vantaggio), allo scopo di:

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- contenere i costi di produzione/rete vendita/logistica ecc
- aumentare la competitività,sbranando letteralmente la concorrenza
- entrare in altri mercati facilmente (regionali/nazionali/esteri)
- aumentare l’autorità del brand
- allargare il parco clienti in modo esponenziale
- sviluppare nuove tecnologie a costo zero
- favorire la ricerca
- ecc.
Ma facciamo un esempio per chiarire i concetti e vedere come è possibile che tutte le parti della Joint Venture hanno uno o più vantaggi!
Prendiamo la Joint Venture tra la Fiat e la Chrysler. Si lo so, potrebbe essere un po’ banale come esempio, ma ci sono degli aspetti che forse non conosci e che invece sono importanti.
La Chrysler è il terzo produttore americano e la sua fetta di mercato è pari al 12% con 2 mln di auto prodotte/anno. Nell’ultimo periodo però ha perso delle quote del mercato, perché ha modelli troppo vecchi e ha un disperato bisogno di motori a basso consumo.
E fin qui è tutto chiaro. C’è però un altro vantaggio per la Fiat che forse è stato in qualche modo sottovalutato. L’obiettivo della casa italiana è produrre più vetture sulle stesse piattaforme (quella serie di componenti comuni a più mezzi) per i mercati europeo, americano e sudamericano, aumentando così le economie di scala. Cosa che non ha potuto fare la Daimler, che qualche anno fa ha venduto la maggioranza della casa americana al fondo, in quanto le attività della Chrysler e del gruppo tedesco non erano affatto complementari, tranne nel settore dei fuoristrada.
Quindi ecco quali sono i vantaggi per entrambe le parti da questa Joint Venture:
Per la Chrysler: Il principale obiettivo e di conseguenza vantaggio per il gruppo americano è quello di riacquistare quote di mercato che ultimamente ha perso.
Per la Fiat – qui gli obiettivi principali sono più di uno:
- entrare facilmente in un nuovo mercato (estero in questo caso)
- allargare il proprio parco clienti
- abbattere i costi di produzione, sfruttando le risorse della Chrysler
Come vedi, i vantaggi di una Joint Venture ben fatta possono essere molteplici. Sicuramente il piano di investimenti previsti dalla Fiat è di gran lunga più basso in termini economici rispetto alla possibilità di costruire da zero le fabbriche ad esempio.
Sotto il profilo del controllo invece è possibile distinguere tra Joint Venture:
- shared management joint venture in cui tutte le imprese hanno un ruolo equilibrato e paritario nella gestione e
- dominant parent joint venture in cui la gestione è affidata in via dominante ad una sola delle imprese.
In riferimento alla percentuale di capitale, le Joint Venture possono essere:
- Paritetiche – la divisione del capitale è in parti uguali tra i partecipanti
- Non paritetiche – la suddivisione del capitale non è identica
Nella maggioranza dei casi, la suddivisione del capitale rispecchia la posizione di controllo e determina i ruoli manageriali e di controllo (shared o dominant). Infatti, il ruolo di conduzione va spesso dato al socio di maggioranza, anche se ci sono casi in cui, il socio di minoranza ha particolari capacità e competenze che il socio di maggioranza non ha e cede il ruolo di conduzione manageriale a quello di minoranza.
In funzione delle presenza di capitale o meno si distinguono 2 tipi di Joint Venture:
- Equity Joint Venture – presuppone la costituzione di una nuova società e quindi si ha un capitale sociale. I diritti dei soci sono determinati dalla percentuale di capitale.
- Non Equity Joint Venture – prevede semplicemente la sottoscrizione di un accordo dove si determinano degli obiettivi comuni. Non ha un capitale, ma un fondo spese comune.
A seconda di quale sia l’oggetto dell’attività in comune è possibile distinguere tra joint venture:
- Verticale – le attività delle aziende sono diverse tra di loro oppure si collocano in diverse fasi della produzione, ma hanno lo stesso obiettivo. Ad esempio le aziende che si occupano di fasi diverse della produzione.
- Orizzontale – in questo caso le aziende hanno la medesima struttura produttiva o producono beni simili. Costituiscono la joint venture solo in quanto la dimensione dei beni da produrre o la quantità dei beni da produrre eccede le loro capacità. Per esempio un consorzio per la costruzione di un’autostrada.

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Si può infine distinguere tra joint venture incorporated o unincorporated a seconda che dall’accordo tra le imprese nasca o meno un nuovo soggetto giuridico.
Potrei anche continuare, ma credo che abbiamo visto le principali differenze tra un tipo di Joint Venture e un altro. Ti ho dato delle informazioni super extra tecniche, ma mi sembrava giusto condividerle, se non per altro, solo per una questione di correttezza. Quella che noi consigliamo per una piccola o media azienda e senz’altro la Non Equity Joint Venture perché semplifica molto sia la creazione che la gestione. Lasciamo alle grandi multinazionali la creazione di nuove società con investimenti milionari, dove sicuramente un semplice accordo non è sufficiente.
Quello che interessa a me (e dovrebbe interessare anche a te) sono gli obiettivi della Joint Venture e i vantaggi che ogni parte potrà avere. Questa è una parte importantissima dell’accordo e devi prestare molta attenzione.
Quello che non ti ho detto in questo articolo è che le Joint Venture sono uno dei più potenti strumenti del Marketing, che ti permettono di acquisire nuovi clienti velocemente e senza dover mettere soldi per campagne costose.
Se vuoi sapere cosa sono esattamente le Joint Venture, leggi l’articolo nel quale ho spiegato qual è il VERO significato di Joint Venture!
Clicca il link qui sotto e leggi l’articolo
Fonti: La collaborazione tra imprese: consorzi, joint venture e gruppo europeo di interesse economico (StudioCataldi), borsaitaliana.it, panorama.it, Franco Angeli (2012), Economicità e continuità delle joint venture in un contesto internazionale, Milano
Una risposta.
[…] allo scambio di clienti! Ci sono moltissime forme di Joint Venture, che puoi trovare cliccando QUI, ma in questo articolo ci concentriamo sull’aspetto dello scambio […]